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al testo di Rossella Tedeschi
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Prestatemi parole
per cantare, vi darò la mia musica: strappi pungenti ancora pensando a ieri col sole acuto che accendeva il mare e i semafori che si coloravano di verde al nostro passaggio. Seduti nella polvere e nel gelo inventavamo sogni per scaldarci: la giovinezza in pugno e dentro la paura, sempre, della fine. Un anno fa due anni fa e indietro e indietro ancora e avanti noi accaniti sempre sulla stessa strada pronti a fermarci al suono di violini pazzi sul marciapiede saturo di corpi frettolosi e occhi curiosi. Tre anni fa quattro anni fa cinque anni fa e indietro e indietro ancora e avanti noi per dire viva alla follia basta all'inganno delle facce sorridenti; noi e la morte che ci spremeva l'anima noi e la gioia d'un desiderio non capito. E indietro e indietro ancora e avanti noi - oggi - con la bocca arsa che non recepisce baci e il sonno cupo che cancella sensazioni la fine del pensiero e l'orologio fermo alle 20:15 di ieri... dalla silloge "E avanti noi...", 1980 |
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